La storia di McTominay inizia con una foto ingiallita dagli anni. Seduto sul divano c’è un bambino con il caschetto biondo abbracciato a Sir Alex Ferguson. Il piccolo sorride, gioca nella scuola calcio dello United: ha iniziato ad appena cinque anni. Il merito è tutto dell’allenatore, lo aveva visto calciare nel cortile di casa e ha consigliato alla famiglia di portare Scott all’Academy dei Red Devils. Era un attaccante, perché nessuno dei suoi compagni riusciva a fare gol. Poi è stato spostato in mezzo al campo e da lì nessuno l’ha mai più tolto. Lo scorso weekend ha salvato la squadra di ten Hag entrando dalla panchina e segnando una doppietta. In nazionale è l’uomo in più di Clarke: già sei gol finora, solo Lukaku ha fatto meglio con otto.
IL PROFILO
McTominay, il pupillo di Ferguson che ha lanciato la Scozia
DECISIVO
—Se la Scozia è prima nel girone A, il merito è soprattutto di McTominay. Ha segnato in 4 partite su sei: soltanto contro la Norvegia e la Spagna è rimasto a secco. Alla Roja, comunque, il centrocampista dello United ha già fatto male agli avversari nella gara d’andata: doppietta decisiva. Adesso la squadra di Clarke ha 15 punti, +3 sulla Spagna, mentre Haaland e compagni sono più dietro a 10. Il centrocampista classe ’96 non ha mai avuto un gran feeling con le reti: appena 21 quelle realizzate in 215 presenze con lo United. Le ultime due hanno deciso la sfida con il Brentford: entrato dalla panchina all’87’, in pieno recupero ha praticamente ribaltato la partita. “Gioco in questo club da quando avevo cinque anni – ha detto dopo la gara – so cosa significa non arrendersi. Qualche giorno fa ho guardato il documentario su Beckham, mi ha ricordato la storia di questo club e l’appartenenza. Da chi lavora alla reception ai magazzinieri, sono il primo tifoso dei Red Devils”.
Lanciato da Mourinho
—In Premier, McTominay ci è arrivato a 21 anni: il primo a dargli fiducia è stato José Mourinho. Lo ha schierato davanti alla difesa al posto di Poga, quando il francese era infortunato. Ha giocato appena due partite nel 2017, il primo gol è arrivato nel 2019. E pensare che quando era nell’Academy dello United non giocava perché era il più basso della squadra. Il club non l’ha lasciato ad andare e alla fine quel ragazzino con il caschetto biondo è cresciuto. Al Manchester è sempre stato un mediano, il ct della Scozia Clarke lo schiera più avanti: trequartista, quasi seconda punta. E lui segna. Con la nazionale ha realizzato più reti di quante ne abbia segnate in tre anni di Premier.
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