IL PROFILO

McTominay, il pupillo di Ferguson che ha lanciato la Scozia

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Il centrocampista dello United è stato decisivo contro il Brentford. E solo Lukaku ha segnato più di lui nelle qualificazioni all'Europeo
Oscar Maresca

La storia di McTominay inizia con una foto ingiallita dagli anni. Seduto sul divano c’è un bambino con il caschetto biondo abbracciato a Sir Alex Ferguson. Il piccolo sorride, gioca nella scuola calcio dello United: ha iniziato ad appena cinque anni. Il merito è tutto dell’allenatore, lo aveva visto calciare nel cortile di casa e ha consigliato alla famiglia di portare Scott all’Academy dei Red Devils. Era un attaccante, perché nessuno dei suoi compagni riusciva a fare gol. Poi è stato spostato in mezzo al campo e da lì nessuno l’ha mai più tolto. Lo scorso weekend ha salvato la squadra di ten Hag entrando dalla panchina e segnando una doppietta. In nazionale è l’uomo in più di Clarke: già sei gol finora, solo Lukaku ha fatto meglio con otto.

DECISIVO

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Se la Scozia è prima nel girone A, il merito è soprattutto di McTominay. Ha segnato in 4 partite su sei: soltanto contro la Norvegia e la Spagna è rimasto a secco. Alla Roja, comunque, il centrocampista dello United ha già fatto male agli avversari nella gara d’andata: doppietta decisiva. Adesso la squadra di Clarke ha 15 punti, +3 sulla Spagna, mentre Haaland e compagni sono più dietro a 10. Il centrocampista classe ’96 non ha mai avuto un gran feeling con le reti: appena 21 quelle realizzate in 215 presenze con lo United. Le ultime due hanno deciso la sfida con il Brentford: entrato dalla panchina all’87’, in pieno recupero ha praticamente ribaltato la partita. “Gioco in questo club da quando avevo cinque anni – ha detto dopo la gara – so cosa significa non arrendersi. Qualche giorno fa ho guardato il documentario su Beckham, mi ha ricordato la storia di questo club e l’appartenenza. Da chi lavora alla reception ai magazzinieri, sono il primo tifoso dei Red Devils”.

Lanciato da Mourinho

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In Premier, McTominay ci è arrivato a 21 anni: il primo a dargli fiducia è stato José Mourinho. Lo ha schierato davanti alla difesa al posto di Poga, quando il francese era infortunato. Ha giocato appena due partite nel 2017, il primo gol è arrivato nel 2019. E pensare che quando era nell’Academy dello United non giocava perché era il più basso della squadra. Il club non l’ha lasciato ad andare e alla fine quel ragazzino con il caschetto biondo è cresciuto. Al Manchester è sempre stato un mediano, il ct della Scozia Clarke lo schiera più avanti: trequartista, quasi seconda punta. E lui segna. Con la nazionale ha realizzato più reti di quante ne abbia segnate in tre anni di Premier.

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