L'ANALISI

Un Mondiale vinto, uno perso, Europei amari: come giudicare la Francia di Deschamps?

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Dopo la semifinale persa contro la Spagna, la nazionale transalpina si interroga sui propri errori: in 10 anni, forse, non ha vinto abbastanza
Lorenzo Topello

Niente da fare per la Francia. La semifinale dell'Europeo contro la Spagna è il capolinea dell'avventura continentale in terra tedesca. Deschamps e i suoi tornano a casa, al termine di un Europeo che, a dir la verità, non ha entusiasmato nessuno. La diceva lunga, del resto, il fatto che la Francia sia arrivata a questa semifinale dopo aver segnato zero gol su azione all'Europeo: solo rigori e autogol. E il centro di Kolo Mouani a inizio gara contro la Spagna non è bastato.

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Didier Deschamps siede sulla panchina dei transalpini da 12 anni. Ha preso in mano la nazionale in ricostruzione dopo l'Europeo 2012, ereditando la panchina del dimissionario Laurent Blanc. Proprio contro la Spagna era finita l'avventura di quella Francia, nel 2012, e chissà che anche stavolta non sia stata la Roja a chiudere un ciclo.

Ma non è che la Francia di Deschamps ha vinto troppo poco, visto il potenziale esplosivo avuto a disposizione in questi anni? Sì, forse sì. Il bilancio dice: tre Mondiali, di cui uno vinto (e meritatamente: Russia 2018), uno perso amaramente in finale (Qatar 2022), uno salutato ai quarti di finale, dando oggettivamente il massimo con una rosa molto giovane (Brasile 2014). Ma soprattutto, tantissime amarezze negli Europei. La Francia ha perso in finale nel 2016, nell'edizione ospitata in casa (contro il Portogallo affrontato quest'anno ai quarti). Ha salutato l'edizione 2021 già agli ottavi, uscendo ai rigori contro la Svizzera. E soprattutto si è vista estromessa da questo, senza mai giocare bene. Senza mai dare l'impressione di poter offrire una scintilla. E senza sfruttare le qualità tecniche di un gruppo sulla carta fortissimo.

Insomma, come giudicare il rendimento di Deschamps? Tutto sommato, non così bene.